" Sono fin troppo consapevole del fatto che si vive in un'epoca in cui
solo gli ottusi sono presi sul serio
e io vivo nel terrore di non essere frainteso." (Oscar Wilde)
"Le c0se n0n SeRve chE SiaNo aCcaDutE pEr eSsere vEre.
I RaCconti e i SognI son0 le vErità omBrA che durEraNno
quanDo i seMplIci fAtTi sAraNno p0lVere e cEneri, e DimentIcati."
(Sogno, in Terre del Sogno)
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“Quando il fato t’è contrario e mancato ti è il successo...
Smetti di far castelli in aria e va a piangere sul...”
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::mercoledì, febbraio 25, 2009 ::
Ora, io nell'anno del referendum avevo appena sette anni e facevo le elementari. Ricordo bene il panico post Cernobyl, ricordo le immagini, ricordo la paura di toccare qualsiasi cosa fosse rimasta all'aperto nei giorni della "grande nube". Ricordo che mia madre buttò via tutto ciò che era stato appeso al filo per stendere nel giorno dell'incidente. Ricordo anche le maestre che ci urlavano di lasciare stare i rusticani e ci minacciavano di farci fare ricreazione in classe se non avessimo obbedito. Ricordo che il referendum fece tirare a molti un sospiro di sollievo. Erano anni diversi, erano anni più ingenui per molte, moltissime cose. Oggi, passati i decenni, del risultato di quel referendum, ce ne sbattiamo elegantemente le palle. Perché il voto del 1987 fu un voto contro il nucleare. Certo, fu dettato dall'onda della paura che stava in coda al disastro di Cernobyl e non fu certo ragionato con in mente la crisi economica e le necessità energetiche degli anni 2000. Oggi consumiamo talmente tanto, senza riserve e senza alternative, che il nucleare appare come l'unica risosrsa possibile. Non è vero, naturalmente, ma questo è quello che viene fatto passare. "Perché se non riapriamo le centrali italiane saremo costretti a dipendere per sempre dalla Francia!" E nemmeno si prende in considerazione l'idea di ridurre i consumi, tanto per cominciare.
Nel 1987 il referendum, al contrario di quanto si pensa, non chiedeva "Volete abolire il nucelare in Italia". No, purtroppo no. Di fatto questi signori oggi hanno la possibilità di riaprire le centrali perché i tre quesiti referendari dell'8 novembre 1987 erano altri. I quesiti erano:
1-Volete che venga abrogata la norma che consente al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) di decidere sulla localizzazione delle centrali nel caso in cui gli enti locali non decidono entro tempi stabiliti?
2-Volete che venga abrogato il compenso ai comuni che ospitano centrali nucleari o a carbone?
3-Volete che venga abrogata la norma che consente all’ENEL (Ente Nazionale Energia Elettrica) di partecipare ad accordi internazionali per la costruzione e la gestione di centrali nucleari all'estero?
In pratica, con la prima domanda si chiedeva di abolire la norma che permetteva al Cipe di piazzare centrali in un comune anche se l'amministrazione locale si opponeva a oltranza. E da lì sorsero quei cartelli che ancora oggi vediamo in giro "Quarto Inferiore- Comune Denuclearizzato". Cominciamo a fotografarli che presto saranno modernariato.
Con la seconda domanda si chiedeva di abolire la cosiddetta "monetizzazione del rischio" ovvero. "Caro comune, fai una centrale potenzialmente dannosa, ti darò dei bei soldi in cambio!" Molti comuni in difficoltà sceglievano di ospitare centrali nucleari o a carbone per avere quei fondi.
La terza è piuttosto chiara e impediva all'Enel di partecipare nella costruzione e gestione delle centrali fuori dall'Italia. Due anni fa però questo voto referendarioè stato aggirato in qualche modo, dato che Enel compartecipa in Sloveske Electrarne, società di produzione energetica nucleare slovena.. sarei curiosa di capire qualcos di più.
In parole povere, col referendum dell'87 non si vietò il nucleare, ma si limitò la possibilità di averlo. si girò intorno alle norme per ottenere il massimo che si poteva ottenere e ci si accontentò. Per quell'essersi accontentati, oggi ci troviamo dove ci troviamo. Ma davvero pensiamo che un paese che non è in grado di gestire nemmeno i normali rifiuti casalinghi senza far esplodere un casino di proporzioni internazionali e senza rovinare l'economia e l'ecosistema di svariate regioni, sia in grado di gestire lo smaltimento di scorie radioattive? Davvero pensiamo che in un paese in cui la prevenzione e la manutezione degli impianti è talmente da barzelletta che ci ritroviamo quotidianamente con incidenti sul lavoro, scandali su appalti truccati, treni che non vanno, tunnel senza sistemi di sicurezza e via dicendo, si possa gestire una centrale nucelare senza fare un macello?
Io non lo penso. Affatto. E penso anche che presto ci troveremo faccia a faccia con le conseguenze di queste decisioni. O meglio forse ci si troveranno i nostri figli, se va fatta bene, altrimenti non ci sarà nessuno a trovarsi davanti a niente, nel peggiore dei casi e via di Ken il Guerriero!
Ad ogni modo, signori, benvenuti a Springfield!
:: Tanachvil alle 12:06
::pErMaLiNk::
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Questo link resterà qui per un po', per farvi leggere i vecchi commenti, ma d'ora in avanti usate il nuovo link là sopra, grazie!
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