" Sono fin troppo consapevole del fatto che si vive in un'epoca in cui
solo gli ottusi sono presi sul serio
e io vivo nel terrore di non essere frainteso." (Oscar Wilde)
"Le c0se n0n SeRve chE SiaNo aCcaDutE pEr eSsere vEre.
I RaCconti e i SognI son0 le vErità omBrA che durEraNno
quanDo i seMplIci fAtTi sAraNno p0lVere e cEneri, e DimentIcati."
(Sogno, in Terre del Sogno)
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*A me invece non MI piace*:
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“Quando il fato t’è contrario e mancato ti è il successo...
Smetti di far castelli in aria e va a piangere sul...”
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::martedì, maggio 10, 2005 ::
L'ammutinamento del Bounty. La merendina. (Anche se all'epoca ci piaceva di più il Twix che però si chiamava ancora Raider!)
Oggi ho fatto una scoperta decisamente scioccante. Certo, in maniera piacevole... Cercavo una foto del parco delle mie scuole elementari per una nuova pagina del mio sito (sì, presto ci sarà un aggiornamento!!!) e ho cercato Scuola Longhena su Google...
E ho scoperto che le mie scuole elementari hanno un sito...
Ci sono le foto degli anni passati, le vecchie classi, le maestre, il parco, c'è di tutto! E ci sono i racconti degli ex alunni. Così mi sono detta "Cosa ho voglia di raccontare di quegli anni?"
Ce ne sarebbero una marea e adesso mi si affollano tutte in testa come, appunto, bambini che vogliano tutti parlare, uno sopra l'altro, con la manina alzata.
Poi, almeno per ora, ho scelto e do la parola a questo ricordo.
Doveva esser già il 1987 o giù di lì, e le maestre ancora ci raccomandavano di smetterla di tirare giù i rusticani col pallone da calcio, che c'era stato Chernobyl e non si poteva mangiare niente di raccolto dagli alberi, che era radioattivo, che... Figurati a noi cosa importava, erano buoni e tanto bastava. Asini, come tutti i bimbi, ma è giusto così! Insomma, c'era questo tunnel tra gli alberi, giù, verso la strada, oltre il parcheggio e non era altro che una discesa con cespugli e alberi a racchiudere un sentiero, ma sembrava di stare in un cunicolo segreto, una casa verde, un posto magico davvero... E il resto della magia eravamo noi, questi ragnetti di sette-otto anni, che di comune accordo, senza troppe consultazioni avevano deciso: questa è la nostra nave pirata!
Non so come nacque, ricordo però che tutto ad un tratto eravamo sempre lì, ad accumulare legnetti e sassi per l'abbordaggio imminente che qualche altro gruppo (una altra classe? Non la A che in genere era dei nostri, forse la C?) e ad addobbare la nostra nave, ad abitarla, ad adibire quella zona alla stiva, quell'altra ai rampini, questa radice è l'ancora e quell'albero è la vedetta, ammainiamo le vele e pronti all'assalto, ciurma!!! C'era questa bandiera col Jolly Roger, fatta di quattro fogli A4 scocciati insieme e colorata coi pennarelli neri di tutta la classe (avete idea di quanti ce ne vuole per riempire quattro fogli?) e naturalmente c'erano le nostre fortificazioni! Eh già, perché anche una nave pirata, se è una nave di fantasia e soprattutto se deve reggere l'assalto di una ciurma di bambini, ha bisogno di fortficazioni. Poco più giù, lungo la collina, c'era un grande campo sul quale cresceva rigogliosa e verde una specie di erbaccia a stelo lungo, che così facilmente si lasciava raccogliere e altrettanto facilmente si raggruppava in piccoli covoni. Addirittura una mattina scendemmo e la trovammo già tagliata, pronta per essere raccolta e compattata nei mattoni delle nostre fortificazioni d'erba!
Ovviamente era erba medica. Ovviamente il campo era di qualcuno. Un qualcuno che non fu affatto contento. Nemmeno le maestre furono troppo felici e rimasero per un attimo ammutolite quando scesero e videro la nostra opera, il nostro imponente vascello, il terrore dei mari d'erba, perfettamente fortificato, pronto a resistere a ogni assalto... Tranne che a quello della ragione, purtroppo.
Fummo costretti a riportare, a testa bassa, tutti i covoni di erba medica dove li avevamo presi e così la nave restò senza difese. Ma l'intervento dell'Ammiraglio Maestra in effetti evitò lo scontro, ci fu un armistizio credo, fu chiesto il parlè...Non ricordo se ci furono missive per i nostri genitori nè se ci toccò corvè.
Ricordo solo che la mia nave pirata, per quanto riguarda i sogni, è ancora li, a Longhena, pronta a salpare nel suo mare d'erba medica, verso l'ignoto e mille battaglie.
:: Tanachvil alle 17:22
::pErMaLiNk::
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