NOCTURNE
"Quando dici molte parole, non sempre significano qualcosa, o forse non significano nulla comunque, e noi pensiamo solo che vogliano dire qualcosa". -Delirio-
:: By the pricking of my thumbs, Something wicked this way comes... :: :: HoMe Luna-link alla mia homepage | *Qualcosa da dichiarare?*|

" Sono fin troppo consapevole del fatto che si vive in un'epoca in cui solo gli ottusi sono presi sul serio
e io vivo nel terrore di non essere frainteso." (Oscar Wilde)

QUELO

"Le c0se n0n SeRve chE SiaNo aCcaDutE pEr eSsere vEre.
I RaCconti e i SognI son0 le vErità omBrA che durEraNno quanDo i seMplIci fAtTi sAraNno p0lVere e cEneri, e DimentIcati."
(Sogno, in Terre del Sogno)


Questo è un blog decappizzato
*A me MI piace*:
Il rosso intenso, gli orsi, cucinare, la corte Unseelie, la cancelleria, il verso dei corvi alla mattina, ma pensandoci bene i Corvi in tutto, la radio, cantare, le Storie, la neve fitta fitta, il sushi, la pioggia sugli abbaini, Guglielmo Scuotilancia, il vento di febbraio, Tori Amos, i dolci di carnevale, Il parco Talon, il caffè lungo filtrato, l'Irlanda, Baudelaire, Goldrake, fotoscioppp, i glitter, il ciclo Arturiano, Lush, la lingua Giapponese, Laurell K. Hamilton, giocare di ruolo, i fumetti, scrivere, lo swing, nuotare nei fiumi, i treni, Hogwarts, il Kyr Royal, gli appennini, ancora 5 minuti, Star Trek, tirar mattina, le candele che odorano di candela, creare cose, Spike, i maron glacés, il profumo all'anice stellato, la marmellata di rose, accendere il fuoco...





*A me invece non MI piace*:
La televisione al mattino, I carciofi, il lunedì, la Fallaci, l'emicrania, Fabio e Fiamma, le brioches scadenti, i realisti sempre e comunque, l'aceto, quelli che'giappione, cina, è uguale...', essere presa in giro, la dieta, svegliarsi presto, i telefoni, chi parla al cinema, il limone sul salato, i criticoni, la banalizzazione, il mal di piedi, la neve quando si sporca, i reality sciò, il gelato fatto con "le polverine", guidare in montagna, l'acqua gassata, Bush, la grappa, il traffico, le trasmissioni sportive, l'insonnia, i bagni alla turca, le vespe, i giornali economici, l'odore di sigaretta la mattina, Celentano, i vigili urbani, il naso chiuso, le mezze stagioni, Fabio e Fiamma, le mode lessicali...




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“Quando il fato t’è contrario e mancato ti è il successo... Smetti di far castelli in aria e va a piangere sul...”

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::lunedì, luglio 31, 2006 ::

3 luglio 2006
Areoporto di Montreal
ore 15.15

A quest'ora avremmo dovuto già essere sedute sul nostro bell'areoplanino.
A quest'ora non avremmo dovuto pagare 4 dollari un cappuccino rovente da Starbuks.
Insomma, come si può intuire, il nostro volo per NY è stato cancellato.
CHE PALLE.
Senza un avviso o uno "scusate", a causa di non meglio specificati problemi tecnici, la nostra partenza è stata rimandata di due ore.
E questo, giuro, è l'aereoporto con meno passatempi che abbia mai visto.
Si', persino peggio del Marconi!

In realtà preferisco nettamente non sapere quali siano i problemi tecnici che ci tengono qui, non credo che la mia paranoia potrebbe sopportarne la conoscenza.
Ho accennato, vero, al fatto che sono assolutamente terrorizzata dagli aerei?
No?
Beh, lo sono. In maniera razionale se volgiamo e per nulla isterica, ma mi fanno un paura fottuta.
Ma passiamo ad altro, così non ci penso...

La famosa scheda di immigrazione americana... Ebbene sì!
Essa esiste e non è leggenda!

Ti viene presentato questo grazioso questionario che purtroppo ho dovuto compilare in gran fretta senza aver avuto il tempo di godermelo e farmi le terapeutiche risate che merita...
A voi un estratto delle domande:

- Siete affetti da una malttia contagiosa, problemi mentali o fisici? Fate uso di stupefacenti? Sei un tossicomane?

- Siete mai stati arrestati o condannati per un delitto o un crimine contrario alla morale pubblica?[...] Richiedete l'accesso agli Stati Uniti con l'intenzione di dedicarvi ad attività criminali o immorali?

- Siete mai stati implicati o lo siete tuttora, in attività di spionaggio, sabotaggio, terrorismo, di genocidio o, tra il 1933 e il 1945 avete partecipato in qualsiasi manieraalle persecuzioni perpetrate in nome della Germania nazista o dei suoi alleati?

- Avete intenzione di cercare un lavoro negli Stati Uniti? Vi è già stato rifiutato l'ingresso? Avete ottenuto o cercato di ottenere un visto o ol'ammissione agli Stati Uniti con mezzi fraudolenti o con false dichiarazioni?

(Avevo intenzione di commentarvi queste meraviglie, ma... Si commentano da sole, n'est pas?)

Poi gentilmente ti dicono che il tempo stimato di lettura del formulario è di due minuti, quello per compilarlo da due a quattro minuti, per un totale di circa sei minuti... Un po' come in calce agli articoli di Vanity Fair...


Il lungo percorso del postulante verso la terra dorata delle opportunità è irto di ostacoli e prove iniziatiche, in modo da far capire e apprezzare ai viaggiatori quale onore gli si concede, ammettendoli al check-in.
Per cominciare, il check-in non è certo unico e semplice come negli altri aereoporti, nossignore!
Qui si passa da una prima gentile signora, la quale dà uno sguardo ai passaporti e consegna le carte d'imbarco, mette alla valigia il suo bel cartellino e saluta con gentilezza squisita, indicandoti di proseguire oltre.
Tu non vedresti l'ora di lasciare la tua valigia alle amorevoli cure di prestanti nastri trasportatori e facchini, ormai incurante del suo destino: che la sballottino pure quanto gli pare! Ma il momento non è ancora giunto... Bisogna prima passare da un secondo controllo passaporti dove viene data una velocissima occhiata a voi e al vostro bel modulo 1-94W (quello delle domande, sì).
In realtà il sospetto che sorge è che questo secondo controllo sia messo lì più per spezzare la fila e rallentarla un po', dando così modo a chi si trova agli step successivi di procedere senza essere incalzato troppo duramente da chi lo segue, ma sono solo sospetti detati dallo smaronamento della situazione.
Proseguendo lungo il cammino iniziatico, si arriva ad una stanza con una luuunga coda serpentiforme di persone, cariche delle propie valige, che si incunea, seguendo un misterioso percorso pieno di svolte e angoli improbabili (probabilmente si va a tracciare un qualche cammino simbolico: l'iniziando avanza e arretra nella sua strada verso la luce...) verso gli ufficiali dell'immigrazione.
La scena è dominata da una riproduzione (in plastica? più che probabile) della statua della libertà, dorata, alta un paio di metri e contornata da un picchetto d'onore composto da svariate bandiere a stelle e striscie.
Un cartello avverte che non è permesso fare fotografie.
...
Compiere il percorso in ginocchio non è obbligatorio, però potrebbe essere apprezzato.
La nostra signorina dell'immigrazione è assai socievole e tranquilla, forse per rispettare le indicazioni del cartello che le campeggia alle spalle e che declama "Siete il volto dell'America Siate l'immagine dell'accoglienza e della professionalità del nostro paese!"
Dopo averci preso le impronte (con lo scanner! huuuuuuariù hu-hu hu-hu!) e averci fatto la foto alla retina con una specie di webcam, ci fa passare oltre.
Qui finalmente ci liberiamo della nigredo del nostro bagaglio e lo abbandoniamo al suo destino, lasciandolo libero di mescolarsi con le altrui valige.
L'ultimo step è vicino ed è il solito metal detector per cose e persone, che ci lascia fondamentalmente indenni e, per una volta, non perquisite.

Finalmente siamo al Gate73 e ora aspettiamo.
Fuori dalle vetrate ci sono lavori in corso di proporzioni immani e con un coso gigantesco pianta a terra dei piloni d'acciaio alti una quindicina di metri come fossero puntine da disegno. Pare di essere su Arrakis.

Gli ultimi giorni Montrealesi sono stati un po' frenetici, anche se piacevoli. I miei piedi mi odiano e un po' hanno ragione ad essere onesti.
Abbiamo macinato chilometri, andando a finire costantemente in Place des Arts, al festival del Jazz. Aquistati regalucci, visto spettacoli e concerti vari, infine il tanto agognato SVACCO! Praticamente una necessità.
I prati del vieux port sono accoglienti e conciliano il sonno.
Cena di ieri sera in un locale di cui non ricordo il nome (Magellano? Verrazzano? Pizarro...?), posto molto caruccio, con un cortile-terrazza dall'aria accogliente e una stampa sbiadita di Quarto Stato di Pelizza da Volpedo su una parete.
Mangiato bene, peccato per la corsa che abbiamo dovuto fare poi per prendere metro e autobus...Praticamente una amratona estenuante di scale e sotterranei, un po' come se stessimo scappando da un drago rosso nei sotterranei di qualche dungeon in stile scatola rossa, ma alla fine ce l'abbiamo fatta.
Preso per l'ultima volta il 40, si ritorna al residence universitario e si fanno i bagagli.
Abbiamo ancora un'ora abbondante da aspettare, adesso, il cappuccino è finito e il nostro volo ancora non si fa vivo, sperpero un po' di monetine controllando la posta da una postazione internet e attendo fiduciosa il coso volante che ci traghetterà in terra americana.
Eccoci qui, l'aereo ci imbarca tra pochi minuti, la prossima terra che toccheremo sarà suolo statunitense, saremo a New York... Fa decisamente un certo effetto.


To be continued...


:: Tanachvil alle 21:58 ::pErMaLiNk::
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::mercoledì, luglio 19, 2006 ::
Laval Venerdì 30 giugno

Il solito orario indefinito serale...


Di ritorno da una serata a casa della famiglia che ospita Laura e i suoi.
A parte la marea di zanzare che hanno divorato Fede, tutto assai bello.

Cena mezza italiana e mezza canadese, in giardino, sotto alla veranda, accanto al laghetto e alla piscina... La casa è tutta di legno, moquette e , nonostante questo, di buon gusto!
Crepiamo dal ridere quando i nostri ospiti ci raccontano che stanno festeggiando il trasloco dei loro detestati vicini di casa: una famiglia di tamarri locali, che dalle descrizioni sembrano gli Osbourne! Pare avessero una macchina di quelle sportive anni '70, con le fiamme dipinte sulle fiancate, ma senza ruote, smollata in mezzo al giardino disseminato di bidoni e spazzatura, pare che si sentissero ruttare a una casa di distanza e, soprattutto, colpo di classe, pare avessero due pappagalli. I due pennuti erano addestrati a parlare a comando e ognuno dei due diceva sempre una stessa parola.
Uno "fuck" e l'altro "off".

... superbo!

La stanchezza però ci ha colto abbastanza presto, il che non stupisce, considerata la giornata.

Ieri si è cantato di nuovo e devo dire che a me il concerto non è piaciuto affatto. Però la mattina siamo stati ricevuti dal comune di Laval, con tanto di buffa cerimonia ufficiale, firma del libro d'oro, buffet e strette di mano.
Va mo là!
Oggi invece eravamo liberi da impegni coristici e, dopo aver dormito come si deve, ci siamo risvegliati al suono dei tuoni canadesi, che sono - ebbene sì!- appena un po' più forti di un tuono normale! (questa chi la deve capire la capisce...)
Diluvio universale insomma. A parte questo, la mattinata è stata una delle ormai consuete camminate per Montreal, con la sottoscritta che stava come il porco.
Difatti provate a vestirvi un pochino più pesante del solito (piove, fa freschino, tira vento, però c'è il sole...) e a correre verso la fermata dell'autobus, che però è già passato. Immaginate di sudare. Ecco, ora togliete il sole e svariati gradi di temperatura. Aggiungete un bel vento gelido e mescolate bene.
Otterrete una donna distrutta!
Mi ci sono volute ore per riprendermi un po' e smettere di avere i brividi, cazzo!
Comunque, a mezzogiorno Festival del Jazz in Place de Arts,
poi via verso il quartiere ebraico-indian-greco-italiano (dove ricomincia piovere) per guardare la partita. (Italia-Ucraina).

Primo tempo visto al Club Social, ritrovo di italiani da barzelletta, che parlano praticamente solo inglese e al massimo intercalano con un "mammamia!" ogni tanto... Praticamente una cosa imbarazzante, soprattutto nel momento in cui, per esultare ad un'azione ben riuscita, esclamano felici e giulivi un agghiacciante "Viva Mussolini!"
...
Però sono quelli che hanno fatto la coppa del mondo con la cartapesta e che la volta scorsa hanno sfilato per tutta la Petite Italie con le bandiere e uno splendido canguro crocefisso!
Dopo il primo tempo strabordiamo verso little Italy e lì finiamo di vedere la partita, godendoci un po' di festa mentre ci avviamo verso il ritorno.
Il resto della giornata è pioggia e corse verso autobus, metro e case.
Ho i piedi come due salsicce e la schiena bloccata.
Comincio a riconsiderare l'utilità dell'abbondanza di chiropratici da queste parti...
Ora si legge un po' e poi si dorme.

To be continued...


:: Tanachvil alle 11:04 ::pErMaLiNk::
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::giovedì, luglio 13, 2006 ::

Laval Martedì’ 27 giugno

Piove. Governi (quello del Quebèc e quello del Canada) ladri.

I due suddetti governi si impegnano effettivamente parecchio nello spillare soldi agli onesti cittadini delle ridenti province canadesi. Ogni volta che si compra qualcosa, bottigliette d’acqua, pasti, oggetti, qualsiasi cosa, qui bisogna aggiungere al prezzo esposto, le tasse.

Si paga il 15% circa, da dividersi in un 7% per il Canada e altrettanto per il Quebèc. La cosa crea qualche confusione devo dire… Non è affatto comodo non sapere mai in anticipo quanto costa una cosa, doversi mettere a fare calcoli e a sperare di prenderci.

Oggi, come si diceva, piove. Quindi niente gitarellla a Quebèc city, che ci dicono essere alternativamente impedibile o inutile. La curiosità c’è, però Montreal è talmente enorme che di cose da vedere se ne trovano, anche senza andarsene a zonzo per lo stato.

La giornata iniziata e finita sotto la pioggia, mi ha regalato ugualmente una bella abbronzatura muratoresca.
Lo sapevate? Qui il sole uccide anche quando è nuvolo. Cazzo.

Ora, io non è che sia propriamente un fototipo nordico, ma sono ugualmente a chiazze che variano dal rosato al rosso mattone…
Nonostante la pioggia e le nuvole fitte, il caldo resta notevole e l’umidità è a livelli più che bolognesi. No buono.
Se andate in Quebèc in questa stagione, datemi retta: canottiere, magliette e al massimo una giacca leggera e impermeabile!
Tutte cose che, come ovvio, io non ho portato…

La giornata è iniziata con un breve viaggio verso la città e il conseguente ritrovo con un po’ di coristi per continuare l’esplorazione della metropoli.

Ci si ritrova sotto alla statua di Nelson in Place Jaques Cartier, posto assai caruccio, pieno di ristorantini e bancarelle che conduce giù al Vieux port. Il vecchio porto sembra tutto tranne che vecchio a dire il vero, ma è un posto davvero gradevole in cui passeggiare, guardare bancarelle di libri, svaccarsi su prati, noleggiare rollerblade e godersi lo svacco Montrealese.

Tra l'altro, nella nostra prima visita alla città, ci siamo infilate dentro alla mostra Flora, che merita davvero una visita. E' un'esposizione di giardini, più che altro installazioni artistiche con piante e fiori di colori splendidi, ambienti assolutamente ftati e altri vagamente pacchiani o spaziali, alcuni semplicemente splendidi, altri vagamente assurdi... Due ore spese bene, garantisco!

Dopo aver appreso che la cattedrale di Montreal, che molto originalmente chiamasi Notre Dame, è stata teatro del matrimonio di Celine Dion e che il martedì sera ci fanno lo spettacolo di luci e suoni, abbiamo deciso che anche se non la visitavamo faceva poi lo stesso…

Dopo aver visto questa foto dell'interno

non so se pentirmi per non aver visto cotanto capolavoro del trash o tirare un sospiro di sollievo...

Carina la torre dell’orologio, invece, in riva al San Lorenzo e visitabile con un’agile scarpinata di 190 gradini.


Decidiamo di salire per godere del panorama, che ci dicono essere molto bello e meritevole. All’ultima rampa di scale, con 35 gradi e il 700% di umidità nell’aria, ho già i polmoni al posto delle scarpe, ma il colpo di grazia mi viene elargito dalle vertigini...
Gli ultimi 40 gradini sono una bella scala a chiocciola, di ferrro, semi aperta e un po’ traballante.

VERTIGINI 1 – TANA’ 0.

Mi aggrappo terrorizzata alla ringhiera e cerco di scendere, imitando una cozza con dei problemi. Fanculo.

Nel frattempo si fa mezzogiorno e qualcuno esige cibo.
Qui la maggior partre dei posti in cui mangiare è o “etnica” o totalmente junk food. Ci infiliamo nella città sotterranea e vinco dei falafel appena commestibili.

Pomeriggio al Biodome, posto che davvero vale la visita.
Dove sorgeva il villaggio olimpico, i Montreallesi hanno messo su un megacinema Imax (lo Star Cité…giuro) e una enorme biosfera con vari ambienti naturali, il Biodome, appunto, costruito dentro l’ex velodromo.

Si entra e ci si trova in una foresta tropicale, ricreata come in una gigantesca serra, dove caimani, scimmie e pennuti vari si lasciano ammirare in una specie di zoo ultramoderno. Si passa dai tropici alle foreste nordamericane (la lontra è un animale serio!) per poi attraversare il pre-artico e infine l’antartico.
Purtroppo la visone dei pinguini, costretti in spazi piccoli e nemmeno lontanamente belli e curati come quelli degli altri ambienti, mettono addosso una tristezza terribile e una buona dose di sensi di colpa.
Un vero peccato, perché di per sé il parco è un’esperienza favolosa, la possibilità di osservare animali stupendi (ci sono i capibara!) in un ambiente ricreato per farli sentire meno in gabbia possibile, anche se certamente non si riesce a dimenticare che sempre di gabbie si tratta, per quanto dorate, per quanto belle e confortevoli.

La lince non si è fatta vedere, con mio grande disappunto. Avrei voluto tornare indietro e aspettare finché non si fosse fatta viva, ma la botta di tristezza data dai pinguini in scatola ha tolto a tutti la voglia di fermarsi ulteriormente.

La seconda torre della giornata è stata decisamente meno problematica di quella del porto. Si sale con una funicolare fino in cima a questa struttura indescrivibile, più simile ad una rampa di lancio che ad un edificio (se si esclude l’Accademia della Flotta Stellare…)


e si vede tutta la città da davvero molto, molto in alto. Fa impressione sentirsi tappare le orecchie quando si sale, porcavacca!

A questo punto mi chiedo che roba assurda sarà andare sull’Empire State Building!
Se poi però non c’è Reed Richards pianto un casino, eh!

Anche stasera Fede si è addormentata mentre scrivevo e non voglio tenere la luce accesa troppo a lungo, per cui faccio in fretta.

Del resto non c’è poi stato granché d’altro da raccontare. Abbiamo scarpinato anche oggi e spesso in modo abbastanza inutile, per seguire le esigenze di uno o dell’altro.
Domani ho bisogno di una giornata molto più rilassante se voglio sopravvivere!

*angolo della bimba felice*
Ho comprato sushi per cena e me ne hanno tirato dietro una vaschetta in più gratis, perché stava chiudendo! In questo paese sono FIGHI, non c’è che dire!
Domani sushi! Alè!

Ora a letto. Mi brucia tutto, mannaggia al sole!


To be continued...






:: Tanachvil alle 14:11 ::pErMaLiNk::
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::martedì, luglio 11, 2006 ::
Come promesso, ecco quello che ho scribacchiato in questo giorni di viaggio, arricchito da alcuni commenti post-ritorno.
I primi 12 giorni siamo stati nei didntorni di Montreal, Quebec, per il tour estivo del Coro Athena, nell'ambito della manifestazione Mondial Choral.
Poi, il 3 di luglio, io e mia sorella (Fede) siamo volate a New York per sei giorni di camminate, visite, giri e stupori.
Nonappena avrò le foto fatte da Fede con la digitale inserirò anche quelle!


Laval
Lunedì 26 giugno
Orario imprecisato tra le 11 e mezzanotte.


Certo che i miei buoni propositi di scrivere due righe durante questo viaggio sono andati immediatamente a farsi benedire, eh!
Del resto non c'è stato gran tempo per fare altro che sgambettare in giro per i dintorni e cantare.

I dintorni...


Laval è una specie di gigantesca suburbia a metà tra Calderara di Reno e il nulla.
Stradoni delle dimensioni dell'autostrada del sole mettono in comunicazione il niente con il deserto. In realtà ci sono case, tutte ben raggruppate in zone residenziali più o meno chic (ci abita persiono Celine Dion, va mo là!).
Case che sembrano uscite da The Sims o da Barbie Quebec: colonne finto classiche, stile coloniale, vero-falso mattone, finestrelle con le tendine... Le ho immediatamente adorate, ovvio! Poi ci sono i condomìni, che al massimo hanno 3-4 appartamenti e sembrano la miniatura della nostra edilizia fine anni '70.
Dei gioiellini dell'orrore insomma.

Per il resto, a Laval ci sono solo stradoni, chiropratici, cliniche dentistiche e solarium, intervallati, ogni tanto, da qualcosa di utile, come un supermercato o una tavola calda.
Il problema è che, qui dove siamo, tutto è a distanze astronomiche e per raggiungere qualsiasi cosa (a parte un chiropratico) c'è da camminare parecchio.
E qui nessuno cammina.
Qui ci si sposta solo in macchina e questo effettivamente spiega molte cose.
Spiega anche parzialmente perché gli automobilisti di passaggio ci guardassero con aria stupefatta mentre camminavamo di sera lungo gli stradoni, di ritorno da un concerto o da un saldo al cafè più vicino (un paio di km...). Se fossimo andate in giro vestite da conigli pasquali ci avrebbero guardato meno sconvolti, giuro...

Per fortuna almeno la Maison des arts di Laval
è qui vicino, il che ci permette di non impazzire per raggiungere il centro dell'attività coristica.


Il coro, appunto.
Dislocati per tutta Laval, ospiti di varie famiglie, ci incontriamo nel pomeriggio per andare a cantare.
Prima di imbustarci su pulmini tali e quali a quello di Otto nei Simpsons, l'organizzazione ci offre il lauto pasto della giornata. La succulenta libagione, che funge da pranzo e cena, consiste in un menu carcerario da accaparrarsi alla locale mensa scolastica, convertita in quella che hanno ironicamnete chiamato "caféterie".
Una simaptica signora ci offre sorridente, ormai da 4 giorni, pasta con sugo di carne (è "carne" generica, come lo spuntì) e lattuga (s)condita con un dressing arancione non meglio identificabile. In aggiunta possiamo avere una fettina di brownie e un bicchier d'acqua.

Se si aggiunge che la pasta è ovviamente e incolpevolmente scotta e che questo menu non sembra poter variare, si capisce come la situazione alimentare sia da pèrendere con filosofia.

I concerti però stanno andando benone, oserei dire in crescita.
La prima sera ci è quasi preso un coccolone quando abbiamo visto che ci saremmo esibiti in un teatro. Un signor teatro, con una buona acustica e tutte le sue cosette a posto!
E qui, nello stupore generale, il pubblico regala al Coro Athena la sua prima ufficiale STANDING OVATION!

La sera dopo, concerto nella fantastica chiesa di "Nostra Signora dei Playmobil" ovvero la chiesa più finta e assurda che avessi mai visto!
Carina, tanto, colonne a formare tre navate e vetrate decorate con immagini sacre, fiori, panche di legno... Ma tutto assolutamente e totalmente finto! Moderno, a ricalcare l'antico, senza regole, senza uno stile preciso (anche se il gotico va forte) e senza nessuna vergogna nell'usare la plastica al posto del marmo o del legno. Un gioiello del kitch! Adorabile...

Prima di noi si esibisce il Coro S: Marco, veneti d'origine, ma canadesi da 50 anni. Età media immaginabile, repertorio soporifero e concerto infinito... Però simpatici, ancora due minuti e ci adottano.
Il miracolo della standing ovation si ripete. E visto che il pubblico è composto per la maggior parte da ottantenni, di vero e proprio miracolo si può parlare.

Terzo concerto, altre chiesa finta, meno bella, però vagamente in odor di Sister Act. Questa è anche un convento e esibisce vetrate con su scritto MAGNIFICAT! Con il punto esclamativo! Oh Yeah!
Gran concerto, davvero, nonostante la pessima acustica e il caldo infernale.

Lo sapevate? In Quebèc fa caldo per un solo mese l'anno, però lo fa sul serio!
Il sole picchia duro e l'umidità non è per niente bassa. Sembra quasi di stare a casa.
In compenso, mentre di giorno puoi beccarti un'ustione al cuoio capelluto e alle spalle (sigh...), di notte l'escursione termica è fortina e lascia un po' interdetti, anche perché negli ambienti interni rimane comunque un caldo porco e l'umidità si appiccica come una patina.

A quello che ci hanno raccontato però, questo è il momento migliore per essere qui... L'inverno qui lo fanno sul serio e pare che tra settembre e maggio le temperature viaggino sui -30 e che la loro temperatura da mite giornata di primavera sia da -4 gradi ad aprile.
ARGH.
E questo è quanto per ora.
Ok, c'è stato il mio compleanno di mezzo, una prima visita a Montreal e una seconda oggi con tanto di partita dell'Italia vista a Little Italy, c'è stato un pranzo salvadoreno e il mercato Jean Talon, la città coperta... C'è la "cucina locale", il locale concetto di igene (vago) e il locale grado di civiltà (alto, molto alto)...
Però comincia ad essere tardi e Fede dorme, anche se ho la luce accesa.
Domani forse Quebec city o forse no.
Fatto sta che ho un po' sonno pure io, và, e me ne vado a dormire.

To be continued...


:: Tanachvil alle 19:54 ::pErMaLiNk::
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Comunicazione di servizio

Sono tornata!
Ho sulla schiena un macigno da sei ore di fuso orario e devo riprendere possesso di Felsina, ma son qui!

Presto comincerò a deliziarvi col diario di questo viaggio e le foto fatte dalla sorella.

Vado a leggere quintali di mail!

Però ecco... insomma...
CAMPIOPNIDELMONDOOOOOOOOOOO!!!
Mangia la polvere, transalpino!!!
(scusate, ma quando ci vuole ci vuole!!!)


:: Tanachvil alle 14:47 ::pErMaLiNk::
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::mercoledì, luglio 05, 2006 ::
20.11 del 4 luglio...

Solo due parole: QUINTA STRADA.

Apple center, accanto all'ingresso di Central Park... Questa citta' e' un casino, seriamente, ma e' camminabile, calda e strapiena di roba. Domani Metropolitan, stasera fuochi d'artificio e oggi pomeriggio... A CASA TUNGNEN!!!

Due a Zerooooooooo!!!
Ma vieniiiiiiii!!!


:: Tanachvil alle 02:12 ::pErMaLiNk::
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'^°-.,_,.-°^'^°-.,_ :: :: Double, double, toil and trouble, fire burn and cauldron bubble...:: :: _,.-°^'^°-.,_,.-°^'


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