" Sono fin troppo consapevole del fatto che si vive in un'epoca in cui
solo gli ottusi sono presi sul serio
e io vivo nel terrore di non essere frainteso." (Oscar Wilde)
"Le c0se n0n SeRve chE SiaNo aCcaDutE pEr eSsere vEre.
I RaCconti e i SognI son0 le vErità omBrA che durEraNno
quanDo i seMplIci fAtTi sAraNno p0lVere e cEneri, e DimentIcati."
(Sogno, in Terre del Sogno)
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“Quando il fato t’è contrario e mancato ti è il successo...
Smetti di far castelli in aria e va a piangere sul...”
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::sabato, settembre 29, 2007 ::
Ad un certo punto una si rompe le palle. Si può essere umili e volenterosi finché ti pare, ma ad un certo punto ci si rende conto che non se ne può più e basta sentirsi fare il discorsetto una sola altra volta per esplodere. Una bella crisi di incazzatura con tanto di lacrime e magone, seguita dal desiderio sincero di imbracciare un fucile e cominciare ad abbattere gente. Perché io, signori, ne ho le palle piene di sentirmi dire che "devo imparare" o che "devo saper fare sacrifici" per poter poi ottenere un lavoro. Perché questo discorso del cazzo si riduce di fatto ad un significato unico, ovvero: "vieni, lavori gratis per sei mesi facendoti un culo quadrato, come ultima ruota del carro, lavorando anche le domeniche e il giorno di Natale, nella pia speranza di essere infine assunto, quando invece allo scadere dello stage ti mandiamo via a calci, sì, ma taaaanto più ricco di esperienza." Io mi sono rotta le palle di lavorare gratis e dover anche rendere grazie per questo. Non voglio più fare orari assurdi e turni massacranti per non guadagnarci niente. Il mio tempo, il mio lavoro, la mia fatica, il mio impegno fisico e intellettuale non sono privi di valore ma meritano un compenso, porcamiseria. Perché devo umiliarmi e lavorare gratis in continuazione e sentirmi anche in dovere di leccare il culo a chi mi dà questa splendida opportunità? E' sminuente, umiliante, ridicolizzante che a ventotto anni ancora mi si tratti come una ragazzina alla prima esperienza post liceo, quando invece mi sono fatta un culo così facendo diecimila lavori diversi, accettando qualsiasi cosa mi venisse offerta, lavorando di sabato, di domenica, la sera, la mattina prestissimo, la notte, pur di strappare un po' di esperienza e qualche soldo dato di malavoglia. E che adesso, per poter anche solo sperare lontanamente di essere presa a lavorare da qualche parte io debba prima farmi un bel periodino di lavoro gratis mi suona solo come l'ennesima presa per il culo. Perché io non sto chiedendo favori a nessuno. Non sto chiedendo certo di essere assunta a tempo indeterminato come dirigente di settore, nè chiedo di essere messa ad un gradino più alto del più infimo. Io chiedo solo di essere presa a lavorare da qualche parte dove io abbia diritto ad un compenso, magari ad un orario di lavoro umano e non troppo variabile, almeno, toh, prevedibile con un pochino di anticipo. Sogno solamente prima o poi di trovare un lavoro nel quale io possa mettere a frutto le cose che so fare. Il fatto che son mesi che ci provo. Mando e porto curricula, giro, mi propongo, cerco, studio, faccio stage, esperienze, lavoro e lavoro anche sodo, credetemi, do il massimo e pretendo il massimo da me stessa. Il fatto che non so per quale motivo, ma con tutte le mie varie esperienze, capacità e pippe varie, nessuno pare volermi dare la minima possibilità. L'impressione che mi resta addosso è che nessuno veda in me quello che io sono sicura di avere. Vorrei capire dove sbaglio. Evidentemente c'è qualcosa in me che non va. Qualcosa in me grida "fatemi lavorare e non riconoscetemi nemmeno la dignità di un compenso minimo, me lo merito!" Evidentemente c'è qualcosa in me che io non riesco a capire o vedere e che nessuno ha il coraggio di dirmi. Quel qualcosa mi ha obbligato a rinunciare a quel che sognavo di fare fin da piccoletta, mi ha fatto buttare nel cesso i sogni perché nessuna scuola di teatro, nessuna compagnia amatoriale o professionista, nessun amico, nemico o conoscente che avesse in corso spettacoli e lavori vari, ha mai voluto prendermi a studiare o lavorare. Ma quello è un sogno a cui ho rinunciato ormai. Ho voltato pagina, mi sono rassegnata alla sconfitta quando mi si è rivelata come inevitabile e superato il momento di sconforto ho soffiato il naso, asciugato le lacrime e ho cercato di reinventarmi da capo. Ma c'è sempre qualcosa che non va. C'è qualcosa che mi fa trovare solo stramaledettissimi stage del cazzo, dove mi faccio un culo così e rimango con in mano un pugno di mosche. Probabilmente è quel qualcosa che non vedo e di cui non mi accorgo che fa cestinare i miei curricula senza nemmeno darmi la possibilità e la dignità di un colloquio. Probabilmente è sempre quel qualcosa che mi fa finire a fare lavori solamente manuali, fisici, come scaricare casse, impacchettare libri e imballare spedizioni, tutte cose nobili e che talvolta nemmeno mi dispiace fare, ma porcamiseria, allora le altre cose che so fare perché cazzo mi son presa la briga di impararle? E dire che idee e sogni non mi mancano. Solo che sono sterili, finiscono tutti fagocitati dall'ansia e dalla paura di ritrovarmi senza niente in mano. Per ora mi basterebbe la soddisfazione di guadagnarmi da vivere, senza dover avere debiti morali e materiali con nessuno. La soddisfazione di vedere che quello che faccio ha dato frutti e che quei frutti si concretizzano anche monetariamente. Lo so, sarà un pensiero tremendamente banale e materiale, ma vedere che la tua fatica ti frutta un compenso in denaro, da poter trasformare in indipendenza, anche relativa, è una soddisfazione alla quale miro ostinatamente. Non è poi così strano, no? Adesso, dopo questo sfoo, forse esagerato, forse isterico, mi trovo a dover scegliere. Posso umiliarmi e piegare la testa, un'altra volta, nella speranza che questa volta l'investimento vada a buon fine. Nella speranza che qualche mese di testa china possa poi fruttarmi un'assunzione, anche temporanea, per carità, anche di breve durata. Nella speranza di poter arrivare a fine mese dicendo "questi soldi, per pochi che siano, sono miei e le ore che ho lavorato hanno avuto un valore." Oppure posso alzare la testa e dire di no, porre condizioni, continuare a cercare, con poche speranze, un lavoro retribuito fin da subito. So già che la scelta sarà obbligata e so già che mi detesterò per questa scelta, ma la sepranza che questa volta qualche mese di sacrificio porti ad uno spiraglio di futuro è sempre meglio di niente. Solamente, dentro di me, c'è una vocina che dice "stai per fartela mettere in quel posto un'altra volta" e io so che ha perfettametne ragione. Evidentemente è quel che mi merito, ma prima o poi non riuscirò più a mandarlo giù. Mi metterò a rapinare banche? Forse, in fondo il lavoro in proprio da tante soddisfazioni...
:: Tanachvil alle 12:20
::pErMaLiNk::
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::sabato, settembre 08, 2007 ::
... fine primo tempo.
Ci stanno facendo Tutti Neri.
Questa roba funziona.
RAGAZZI! REAGIREEEEEE!
:: Tanachvil alle 14:35
::pErMaLiNk::
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::giovedì, settembre 06, 2007 ::
Communication Breakdown
Una breve riflessione, forse pedante, forse datata, ma che da un paio di giorni mi frulla per la testa. Fioroni annuncia che si torna indietro: riveduti e corretti alcuni passaggi della riforma Moratti sulla scuola. Grazie. Grazie davvero, signor Ministro, perché almeno si avverte l'impressione che dai palazzi della politica qualcuno si sia reso conto della situazione. Almeno ci si può illudere che qualcuno, guardando i compiti del figlio o del nipote, abbia storto il naso chiedendosi se erano una presa per il culo o cosa. Si può almeno credere che gironzolando in rete e leggendo blog e forum, qualcuno abbia sentito suonare un campanello d'allarme. E' perfettamente inutile condannare la tanto discussa "scrittura da sms" quando il vero problema è un altro. Ben venga la scrittura abbreviata, nei contesti in cui è utilizzabile senza dare sui nervi al prossimo. Se questo post fosse scritto come un messaggio da cellulare, sarebbe illeggibile. E sarebbe anche una cosa ingiustificata, perché ho tutto il tempo che voglio per comporre questo testo, scegliere le parole, correggere gli errori. Invece in una chat su msn accetto tranquillamente che qualcuno mi scriva "cmq c vediamo +tardi ok?" Non mi scandalizza affatto e nemmeno mi dà chissà quale fastidio. Quello che invece mi dà molto fastidio, che anzi mi spaventa un pochetto, è che una buona parte dei figlioli tra i dieci e i vent'anni, per quel che ho modo di vedere io, non conosca l'italiano. E' inutile girarci intorno con discorsi futili e francamente stupidi sull'espressione, la capacità di inventare la lingua, la maggiore importanza della capacità di sintesi rispetto alla grammatica. Per favore! Questa gente non conosce la lingua del paese in cui vive! Non sa che nella SUA lingua po' si scrive senza accento ma con l'apostrofo e non sa il perché si faccia così! Usa i congiuntivi solo perché gli viene detto di farlo e non ha idea di COME farlo, quindi li mette a caso! E' una generazione probabilmente convinta che la consecutio sia una pratica erotica di qualche tipo! Porcamiseria, è una generazione di persone che sta venendo su senza gli strumenti fondamentali per comunicare con gli altri.
Perché, se ce lo fossimo scordati, è a questo che serve un linguaggio. Se il codice di comunicazione è 'difettoso' si creeranno dei problemi nella suddetta comunicazione. I difetti si diffondono come virus, come errori che si replicano all'interno di un codice matematico: un errore genera altri due errori, questi ne generano quattro e via dicendo. Starete pensando che sono la solita scassaballe e che esagero, che un accento sbagliato o un verbo mal coniugato non fanno male a nessuno.
Questa, signori miei, è una fan fiction scritta da una ragazza che ha deciso di pubblicarla. Il che vuol dire che non parliamo dello studente svogliato e disinteressato. No, la ragazza ha anche velleità letterarie. Ritiene che quello che sta scrivendo sia di piacevole lettura, che possa interessare, divertire, un pubblico di lettori. Come vedrete, il testo è commentato da due persone. Sono le proprietarie del Live Journal Poisonous Bites. E' questo che fanno: commentano capolavori dell'orrore, con spirito e disperazione. Leggete e rendetevi conto che questa ragazza ha pubblicato questo suo scritto. Traete le vostre conclusioni che io non ne ho la forza.
Spero davvero che qualcuno si sia davvero accorto di questo problema e che si decida di dedicare alla questione l'attenzione che merita. Perlomeno ci siamo accorti che le tre mirabolanti I del ministro Moratti forse non erano la cosa più importante, in una scuola in cui a malapena si riusciva ad arrivare al Novecento nel programma di storia dell'ultimo anno. Impresa, Informatica e Inglese. Nobile intento, per carità... Ma un intento da mettere in secondo piano rispetto a Italiano, Istoria e Icheppallelageografia! E, mi ci metto di mezzo pure io, magari un programma decente di matematica. Qualcosa che non crei degli asini totali nelle materie scientifiche, come la sottoscritta, che ancora deve contare con le dita per certi tipi di addizioni e non saprebbe enunciare una legge fondamentale della fisica nemmeno sotto tortura!
Che poi uno pensa che, se non sanno l'italiano, almeno l'inglese lo abbian imparato benisssssimo, 'ste nuove generazioni, no? Sticazzi. Come non detto. Ho lavorato recentemente ad una traduzione fatta in gruppo e ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare. Da piangere per giorni.
Speriamo che la riforma non si limiti a istituire nuove punizioni per gli insegnanti, fatte per accontentare genitori isterici e iperprotettivi che hanno creato una genrazione di ragazzini presuntuosi e arroganti, incapaci di mantenere l'attenzione e il rispetto per più di cinque minuti.
:: Tanachvil alle 12:23
::pErMaLiNk::
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::mercoledì, settembre 05, 2007 ::
Ho fatto un test dell' aura! E' ufficiale, sono una figlia dell'Arlecchino! Ad ogni modo, da quanto ho capito, valgono i tre-quattro colori che hanno totalizzato il punteggio più alto.
La spiegazione la trovate qui. So' cristallo, so figa!
Ah, nota di immenso orgoglio! Su Deviantart, Makani mi ha 'favvato' la storia su Narcissa. Sono esaltatissima!!!
:: Tanachvil alle 23:50
::pErMaLiNk::
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