" Sono fin troppo consapevole del fatto che si vive in un'epoca in cui
solo gli ottusi sono presi sul serio
e io vivo nel terrore di non essere frainteso." (Oscar Wilde)
"Le c0se n0n SeRve chE SiaNo aCcaDutE pEr eSsere vEre.
I RaCconti e i SognI son0 le vErità omBrA che durEraNno
quanDo i seMplIci fAtTi sAraNno p0lVere e cEneri, e DimentIcati."
(Sogno, in Terre del Sogno)
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“Quando il fato t’è contrario e mancato ti è il successo...
Smetti di far castelli in aria e va a piangere sul...”
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::martedì, luglio 11, 2006 ::
Come promesso, ecco quello che ho scribacchiato in questo giorni di viaggio, arricchito da alcuni commenti post-ritorno. I primi 12 giorni siamo stati nei didntorni di Montreal, Quebec, per il tour estivo del Coro Athena, nell'ambito della manifestazione Mondial Choral. Poi, il 3 di luglio, io e mia sorella (Fede) siamo volate a New York per sei giorni di camminate, visite, giri e stupori. Nonappena avrò le foto fatte da Fede con la digitale inserirò anche quelle!
Laval Lunedì 26 giugno Orario imprecisato tra le 11 e mezzanotte.
Certo che i miei buoni propositi di scrivere due righe durante questo viaggio sono andati immediatamente a farsi benedire, eh! Del resto non c'è stato gran tempo per fare altro che sgambettare in giro per i dintorni e cantare.
I dintorni...

Laval è una specie di gigantesca suburbia a metà tra Calderara di Reno e il nulla. Stradoni delle dimensioni dell'autostrada del sole mettono in comunicazione il niente con il deserto. In realtà ci sono case, tutte ben raggruppate in zone residenziali più o meno chic (ci abita persiono Celine Dion, va mo là!). Case che sembrano uscite da The Sims o da Barbie Quebec: colonne finto classiche, stile coloniale, vero-falso mattone, finestrelle con le tendine... Le ho immediatamente adorate, ovvio! Poi ci sono i condomìni, che al massimo hanno 3-4 appartamenti e sembrano la miniatura della nostra edilizia fine anni '70. Dei gioiellini dell'orrore insomma.
Per il resto, a Laval ci sono solo stradoni, chiropratici, cliniche dentistiche e solarium, intervallati, ogni tanto, da qualcosa di utile, come un supermercato o una tavola calda. Il problema è che, qui dove siamo, tutto è a distanze astronomiche e per raggiungere qualsiasi cosa (a parte un chiropratico) c'è da camminare parecchio. E qui nessuno cammina. Qui ci si sposta solo in macchina e questo effettivamente spiega molte cose. Spiega anche parzialmente perché gli automobilisti di passaggio ci guardassero con aria stupefatta mentre camminavamo di sera lungo gli stradoni, di ritorno da un concerto o da un saldo al cafè più vicino (un paio di km...). Se fossimo andate in giro vestite da conigli pasquali ci avrebbero guardato meno sconvolti, giuro...
Per fortuna almeno la Maison des arts di Laval è qui vicino, il che ci permette di non impazzire per raggiungere il centro dell'attività coristica.

Il coro, appunto. Dislocati per tutta Laval, ospiti di varie famiglie, ci incontriamo nel pomeriggio per andare a cantare. Prima di imbustarci su pulmini tali e quali a quello di Otto nei Simpsons, l'organizzazione ci offre il lauto pasto della giornata. La succulenta libagione, che funge da pranzo e cena, consiste in un menu carcerario da accaparrarsi alla locale mensa scolastica, convertita in quella che hanno ironicamnete chiamato "caféterie". Una simaptica signora ci offre sorridente, ormai da 4 giorni, pasta con sugo di carne (è "carne" generica, come lo spuntì) e lattuga (s)condita con un dressing arancione non meglio identificabile. In aggiunta possiamo avere una fettina di brownie e un bicchier d'acqua.
Se si aggiunge che la pasta è ovviamente e incolpevolmente scotta e che questo menu non sembra poter variare, si capisce come la situazione alimentare sia da pèrendere con filosofia.
I concerti però stanno andando benone, oserei dire in crescita. La prima sera ci è quasi preso un coccolone quando abbiamo visto che ci saremmo esibiti in un teatro. Un signor teatro, con una buona acustica e tutte le sue cosette a posto! E qui, nello stupore generale, il pubblico regala al Coro Athena la sua prima ufficiale STANDING OVATION!
La sera dopo, concerto nella fantastica chiesa di "Nostra Signora dei Playmobil" ovvero la chiesa più finta e assurda che avessi mai visto! Carina, tanto, colonne a formare tre navate e vetrate decorate con immagini sacre, fiori, panche di legno... Ma tutto assolutamente e totalmente finto! Moderno, a ricalcare l'antico, senza regole, senza uno stile preciso (anche se il gotico va forte) e senza nessuna vergogna nell'usare la plastica al posto del marmo o del legno. Un gioiello del kitch! Adorabile...
 Prima di noi si esibisce il Coro S: Marco, veneti d'origine, ma canadesi da 50 anni. Età media immaginabile, repertorio soporifero e concerto infinito... Però simpatici, ancora due minuti e ci adottano. Il miracolo della standing ovation si ripete. E visto che il pubblico è composto per la maggior parte da ottantenni, di vero e proprio miracolo si può parlare.
Terzo concerto, altre chiesa finta, meno bella, però vagamente in odor di Sister Act. Questa è anche un convento e esibisce vetrate con su scritto MAGNIFICAT! Con il punto esclamativo! Oh Yeah! Gran concerto, davvero, nonostante la pessima acustica e il caldo infernale.
Lo sapevate? In Quebèc fa caldo per un solo mese l'anno, però lo fa sul serio! Il sole picchia duro e l'umidità non è per niente bassa. Sembra quasi di stare a casa. In compenso, mentre di giorno puoi beccarti un'ustione al cuoio capelluto e alle spalle (sigh...), di notte l'escursione termica è fortina e lascia un po' interdetti, anche perché negli ambienti interni rimane comunque un caldo porco e l'umidità si appiccica come una patina.
A quello che ci hanno raccontato però, questo è il momento migliore per essere qui... L'inverno qui lo fanno sul serio e pare che tra settembre e maggio le temperature viaggino sui -30 e che la loro temperatura da mite giornata di primavera sia da -4 gradi ad aprile. ARGH. E questo è quanto per ora. Ok, c'è stato il mio compleanno di mezzo, una prima visita a Montreal e una seconda oggi con tanto di partita dell'Italia vista a Little Italy, c'è stato un pranzo salvadoreno e il mercato Jean Talon, la città coperta... C'è la "cucina locale", il locale concetto di igene (vago) e il locale grado di civiltà (alto, molto alto)... Però comincia ad essere tardi e Fede dorme, anche se ho la luce accesa. Domani forse Quebec city o forse no. Fatto sta che ho un po' sonno pure io, và, e me ne vado a dormire.
To be continued...
:: Tanachvil alle 19:54
::pErMaLiNk::
:: Abbiamo vinto 0 Commenti: Usate questo d'ora in poi!!! ::
Questo link resterà qui per un po', per farvi leggere i vecchi commenti, ma d'ora in avanti usate il nuovo link là sopra, grazie!
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