" Sono fin troppo consapevole del fatto che si vive in un'epoca in cui
solo gli ottusi sono presi sul serio
e io vivo nel terrore di non essere frainteso." (Oscar Wilde)

"Le c0se n0n SeRve chE SiaNo aCcaDutE pEr eSsere vEre.
I RaCconti e i SognI son0 le vErità omBrA che durEraNno
quanDo i seMplIci fAtTi sAraNno p0lVere e cEneri, e DimentIcati."
(Sogno, in Terre del Sogno)

*A me MI piace*:
*A me invece non MI piace*:
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::sabato, settembre 30, 2006 ::
Aggiornamento volante per comunicare che è online una nuova pagina del mio sito. La Galleria della Baggianate
Solo che ancora la devo collegare al suddetto sito, per cui, per ora, è accessibile solo da qui. Si tratta di una stupidissima gallery di stupidissime creazioni della sottoscritta... Io vi ho avvertiti!
:: Tanachvil alle 15:39
::pErMaLiNk::
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::martedì, settembre 19, 2006 ::
New York - Venerdì 7 luglio

Per prima cosa: chiunque abbia inventato l'aria condizionata e l'abbia poi data in mano agli americani è da considerarsi un criminale di guerra. Cazzo. Non si può passare da 36 gradi a 16 e viceversa in continuazione, minchia! Detto queso... New York. Manhattan. 8th avenue. Sticazzi. Questa città è il sogno americano. Non nel senso comune dl termine però. E' il sogno di un'America ideale, non perfetta, ma bilanciata nel suo delirio di opulenza e di disastri. Siamo in America, te ne accorgi subito e la differanza col Canda è netta, come quella che può esserci tra un paesino della campagna provenzale e Roma. qui tutto è, prima di ogni altra cosa, gigntesco. Le strade sono enormi, schiacciate in mezzo a colossi di vetro e acciaio, cemento e tralicci. E' uno di quei luoghi comuni che funzionano bene: ci sono giganti chini sulle trade di NY e sembrano i Vagabondi di Tolkien, pietrificati al sole, piegati a guardarti per decidere come sia meglio mangiarti. Il traffico sembra un incubo di sensi unici e divieti, ma per strada girano soprattutto taxi, a una velocità assurda e autobus, mezzi delle pulizie, camion di consegne e macchine della polizia. Il traffico privato quasi non esiste e del resto, per quanto riguarda Manhattan, la macchina davvero non serve. Si cammina un bordello in questa città e la si può camminare tutta, in lungo e in largo. Letteralmente, dato che le strade sono una griglia perpendicolare perfetta, interrotta solo dalla Broadway che pare un colpo di mannaia che taglia in due tutta sta perfetta geometria del delirio. Qui trovi veramente qualsiasi cosa tu stia cercando e a qualsiasi ora... Romanzi in giappionese, cene kosher a domicilio, gioielli, vestiti, tecnologia, gadget e intratenimento... Qui hanno tutto. Tutto a portata di mano e di metro, basta pagare. Ecco, praticamente sembra di essere nel centro del ciclone del consumismo mondiale e probabilmente è così. Il nostro impatto appena arrivate è stato caotico e vitale, con la settima avenue piena di gente, in un lunedì 3 luglio caldissimo e nuvoloso, con l'Empire State Building illuminato di rossobiancoebblù per l'arrivo imminente dellIndipendence Day.

Salire sull'Empire richiede uno dei soliti deliranti percorsi iniziatici, un bel po' di fila e un biglietto per niente economico, ma alla fine vale davvero la pena di farlo. La vista, da lassù, è qualcosa di tanto pazzesco da sembrare finto. E infatti, se si vuole, mentre si fa la coda, si viene fotografati con alle spalle un green screen. All'uscita vi verrà proprosto di aquistare la vostra foto contro uno sfondo surreale e artificiale montanto su a photoshop. Giuro. Neanche a Gardaland!
Vale la pena di ammirare questa città dall'altezza delle nuvole, vedere i grattacieli che si affollano come foresta e i ponti in lontananza, vale davvero la pena. Il nostro primo giorno alla fine si è risolto con giri in giro e salita sul tetto della città, camminata lungo la quinta avenue, cena a base di hamburger e schifezze, come da copione.
Il giorno dopo era il 4 luglio. Nessun particolare casino, nè dimostrazioni patriottiche particolari, sembrava abbastanza un giorno come gli altri. Ah... Ho detto una cazzata, altro che giretti e basta! Lunedì 3 luglio, 15.30 ora locale, ci siamo trovatre un bell'Irish Pub sulla 33esima dove guardare la partita! Molto tamarro, ma Italia-Germania non si poteva perdere!
Qui abbiamo fatto conoscenza con il nostro primo esemplare di Americanus Stronzissimus, quello che, se può farti un favore che non gli costa niente , NON LO FA. Lui ti rompe i coglioni e afferma il suo diritto a farlo. Io avrei tanto avuto vogia di affermare la sua faccia sotto le mie scarpe, ma ho preferito evitare di visitare così presto il NYPD... Se poi non ci sta Sipowitz uno ci resta male!
Ora, come al solito, letto. qui nella hall del New Yorker fa un freddo insopportabile e il mio collo implora pietà...
To be continued...
:: Tanachvil alle 14:12
::pErMaLiNk::
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Prima di ultimare la trascrizione del diario ammmericano, faccio una parentesi di diario Eymerichiano.
 Di ritorno dal raduno annuale della mailing list Eymerich mi sono andata a rileggere cosa scrivevo l'anno scorso in proposito. Ribadisco: è bello trovarsi con gente che magari conosci solo per le parole che scrive in qualche mail e scoprire cosa c'è dietro, in bene e in male, perché in fondo tutti siamo un ricettacolo di difetti e i difetti sono anche cose belle e divertenti. Sono stati tre giorni di alcol, cibo, chiacchiere e posti splendidi... Tanto per farvi capire il posto da sogno dove eravamo andate qui e rifatevi gli occhi!
La Conca è un agriturismo meraviglioso sulle colline di Sansepolcro (che da quel po' che abbiamo visto è anche lei una cittadina assai bella), dove si incontrano caprioli e cervi e gli alberi hanno colori splendidi tra la nebbia delle nove di mattina. La pioggia ci ha tormentato, facendoci sentire raccolti nel nostro rifugio di fuochi accesi e parole leggere, rendendo per tre giorni quei boschi un angolo solo nostro e molto amato. Mi è dispiaciuto non fare un giro di notte tra gli alberi, ma non avevo l'abbigliamento adatto a scarpinare tra fango e diluvio, altrimenti, con un bel poncho di cerata e gli stivali lo avrei fatto eccome! Invece abbiamo bevuto un casino, chiacchierato, riso fino al mal di pancia, ascoltato aneddoti e cazzate, girato un cortometraggio delirante che purtroppo non ci è stato possibile finire, sempre a causa del tempo infausto, ma che si potrà trasformare in un validissimo documentario antropologico che Piero Angela ci invidierà a morte! Ho conosciuto listaroli mai visti prima o solo intravisti, ho viaggiato sulla Eyemerich Force One dell'Avvocato e ho assistito a valide dimostrazioni di perdita di aplombe da parte di qualcuno in particolare, ma anche di molti in generale. Ho visto una bambina splendida con due splendidi genitori, ho conosciuto meglio gente che conoscevo poco e mi sono rosolata davanti a un camino fantastico, ho mandato a fanculo la morigeratezza che mi si era imposta ultimamente e ho esitato solo davanti alla salsiccia fredda delle tre del mattino (scusa Rebus, ma il grasso che si fa cremoso mi ha impressionato!) e a null'altro! Ho portato a casa un ricco pacchettino di bei ricordi, da tenere stretto quando le cose diventano nere e nemmeno un po' glitterate, e mi sento meglio. Grazie a tutti quelli che c'erano, davvero, perché delle volte basta poco per cambiare il periodo grigio di una strega un po' rossa e un po' nera che non sa più se credere in sè stessa o negli altri. Mi si è detto che recito un personaggio e che sono intrappolata nel mio copione... Ma davvero io sono semplicemtne quella che vedete, il che non esclude che ci sia molto, moltissimo altro che difficlmente vien fuori, ma ogni cosa che trapela è vera, autentica e assolutamente non filtrata da una maschera. Ammesso che per una che faceva l'attrice si possa parlre di realtà in opposizione al teatro. Si sa che si può solo essere veri o essere pessimi sulla scena. Ma è vero anche che dell'attore c'è solo una parte sula palco e il resto è al sicuro dietro il personaggio e a volte semplicemente è giusto che se ne resti lì dove sta. Si è risvegliato il mio desiderio di fuoco nel camino, alto e profumato di resina che si scioglie e scoppietta, cose da arrostire mentre qualcuno racconta, vino da versare e la luce da veder comparire dietro la nebbia. Forse sono un po' più pronta ad affrontare l'autunno. Grazie.
:: Tanachvil alle 02:32
::pErMaLiNk::
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::venerdì, settembre 15, 2006 ::
E all’improvviso eccolo qui. Arriva con la prima volta che ti accorgi che fuori sta facendo buio ma non è ancora sera, ancora non si sentono le serrande dei negozi andar giù e i rumori sono ancora quelli del lavoro e del traffico. L’autunno arriva per prima cosa nei suoni, nei rumori e nel canto di Bologna che va verso le notti lunghe e le strade bagnate. Dopo arriverà la pioggia e l’aria si farà fredda e poi, solo allora, all’improvviso ci saranno il rosso, il giallo e il marrone. Solo allora il vento cambierà davvero odore e comincerò ad avere voglia di vino novello e a sentire di nuovo il peso della solitudine, la mancanza di qualcuno a cui accarezzare la schiena sotto le coperte, da svegliare per fare l’amore, qualcuno a cui raccontare cosa hai sognato e a cui preparare il caffè, qualcun insomma e punto. Finisce la stagione del tempo eterno, delle cicale e delle stellate infinite, finisce la mia stagione e già mi manca il profumo dell’acqua e dell’elettricità prima di un temporale. Gira ancora una volta e mi preparo a cambiare, a cominciare di nuovo, a tentare ancora una volta, sperando che questa volta non ci sia un altro rifiuto. Mi sono resa conto che finora non ho fatto che prendere porte in faccia, rifiuti, come se non meritassi altro e forse me ne sono convinta fin troppo. Adesso basta. Cadranno anche queste foglie e moriranno anche questi dolori che non hanno ragione d’essere.
Se vi interessa finirò di pubblicarlo il mio diario Americano. Ho avuto qualche problema al computer e no, non ho abbandonato questo blog. Domani vado aSan Sepolcro per il raduno degli Eymerichiani, torno domenica.
:: Tanachvil alle 00:01
::pErMaLiNk::
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